Le dinamiche del mondo moderno e globalizzato sono complesse e mutevoli. Gli apparati statali sono cresciuti notevolmente, ci sono delle molteplicità di livelli, enti e organizzazioni che non sempre si coordinano. In questa realtà tutti possono trovare fatti che giustificano le proprie teorie. Basta restringere il campo di osservazione per convincersi di avere ragione. È invece più difficile avere una visione d’insieme. Serve uno sforzo continuo per il rilevamento dei dati, per l’analisi delle situazioni e la comprensione dei problemi. In alcuni le situazioni sono talmente complicate (settore sanitario con una molteplicità di enti privati e pubblici) che è difficile raccogliere i dati necessari a farsi un quadro preciso.
Per capire è inoltre necessario abbandonare logiche non più attinenti alla nuova realtà. La dialettica politica è ancora incentrata sulla “destra e sinistra”. Il problema dei nostri tempi è decidere fra lontano e vicino.
Si stanno ridefinendo i confini istituzionali, economici, sociali e perfino spirituali, dando quasi per scontato che i centri decisionali, quelli operativi e produttivi si debbano spostare lontano. Il riassetto deve essere guidato e portare a definire distanze giuste. Un certo numero di problemi dovrà essere affrontato a livello globale, altri a livello continentale, nazionale, regionale, comunale o rionale. La conversione a fonti energetiche rinnovabili necessita un modello di produzione e di risparmio a livello individuale. La predominanza di prodotti che non possono più essere riparati è fortemente stimolata dal sistema produttivo di massa. In tutti gli ambiti (trasporti, organizzazione burocratica, produzione agricola, assistenza alle persone, sicurezza, ecc.) il problema è se scegliere una soluzione “lontana” o una “vicina”. Il fatto che la finanza globale richieda soluzioni coordinate, non significa ancora che a dominare il mercato dei prodotti finanziari, debbano essere delle istituzioni globali. Anzi, una soluzione potrebbe essere quella di evitare la concentrazione in poche aziende globali. La “ricetta” per risolvere il problema dell’indebitamento degli Stati, non deve essere necessariamente la centralizzazione e l’aumento della pressione fiscale. Potrebbe essere il modello svizzero, basato sulla responsabilità locale e la concorrenza fiscale.
Sempre più questioni dovranno essere analizzate e affrontate in un’ottica di distanza (lontano, vicino). I partiti politici dovranno quindi sforzarsi di definirsi attorno a nuovi criteri. I media, nel valutare l’azione politica, dovranno utilizzare logiche di vicinanza e lontananza, piuttosto che quelle di destra e di sinistra.