Dalle dichiarazioni dei presidenti dei maggiori partiti, di questi giorni, sembra che noi Ticinesi saremo chiamati alle urne più volte per eleggere il subentrante di Marina Carobbio Guscetti a Berna. Ci dovrebbe essere un’elezione a giugno e poi il ballottaggio a settembre. Poi ad ottobre ci sarà il rinnovo completo delle Camere Federali, con una nuova elezione per il Consiglio degli stati e poi a novembre ancora il ballottaggio. Il candidato eletto in estate parteciperà unicamente alla sessione di settembre a Berna, l’ultima della legislatura, con i parlamentari in piena campagna elettorale.
Tenendo conto che in Ticino ci sono 224'109 iscritti in catalogo, queste due elezioni estive, calcolando Fr. 1.10 a votante (equivalente alle spese di spedizione con posta B), costeranno nell’insieme ben oltre il mezzo milione di franchi. Inoltre, durante la campagna elettorale, i candidati che ricoprono già delle cariche pubbliche, non avranno il tempo di dedicarsi al loro lavoro. In una democrazia, le elezioni servono a nominare dei rappresentanti; con queste suppletive si manderà semplicemente a spasso qualcuno a Berna per tre settimane.
Nella gran parte dei cantoni ci sono norme che impediscono di chiamare gli elettori a degli esercizi così senza senso. In Ticino la legge impone al Consiglio di Stato di indire un’elezione suppletiva, però, da quello che ho potuto capire, non prescrive un termine preciso, tipo entro 60 giorni. Questo significa che al Consiglio di Stato viene data la discrezionalità nel fissare la data per evitare quelle spiacevoli situazioni in cui gli elettori in poco tempo vengono chiamati più volte alle urne. In questo caso siamo nella stessa situazione, se non ché le campagne elettorali sono una bella occasione per i partiti di mettersi in mostra e per i media per fare audience e un po' di cassa.
Ci sono quindi diversi interessi, ma spero vivamente che il Consiglio di Stato abbia il coraggio di esercitare appieno la discrezionalità che la legge gli attribuisce e che stia dalla parte dei cittadini/contribuenti, evitando la trasformazione della nostra preziosa democrazia in una stupidocrazia.