Il 23 gennaio 2016 avevo avviato la procedura di ricorso contro le modalità di informazione in merito alla votazione federale sul raddoppio del Gottardo. Una parte importante della documentazione era disponibile solo in tedesco. Il 16 febbraio il Tribunale federale ha comunque respinto il ricorso, mettendo in luce che era sostanzialmente impossibile tutelare i diritti dei cittadini e delle minoranze linguistiche. Il Tribunale federale ha deciso che i cittadini ticinesi e romandi si possono considerare informati, anche se la documentazione era disponibile solo in tedesco.
Senza dare la possibilità al ricorrente di prendere posizione, il Tribunale federale ha basato il suo giudizio su affermazioni che la Consigliera federale Leuthard ha reso solo dopo la presentazione del ricorso; contro questo errore procedurale non si è potuto fare nulla. La sola possibilità sarebbe stata quella di avere a disposizione una macchina per viaggiare nel tempo, recarsi nel futuro per sapere cosa avrebbe detto la Consigliera e poi ritornare al presente per esporre le considerazioni nel ricorso. La sfortuna ha però voluto che, proprio in quei giorni, la macchina del tempo fosse fuori uso per cui non sono riuscito a recarmi nel futuro…
Nel mese di febbraio è emerso che il Consiglio federale occultava informazioni importanti, traendo in inganno il popolo ticinese. Le analisi successive al voto hanno evidenziato che l’occultamento delle informazioni ha avuto un ruolo importante nella formazione delle opinioni.
In data 14 marzo 2016, a tre giorni dalla pubblicazione dei risultati sul foglio ufficiale, ho quindi avviato un nuova procedura di ricorso contro la votazione del Gottardo. Ho chiesto che l’USTRA presenti tutta l’informazione al riguardo e ho chiesto l’annullamento del voto, nel caso si confermasse l’importanza dell’occultamento.
Il ricorso, come prevede la legge, è stato presentato al Consiglio di Stato, che è anche il difensore della Costituzione ticinese, che indica all’articolo 1 “Il Cantone Ticino è una repubblica democratica di cultura e lingua italiane.”. Ho perciò attirato l’attenzione sul fatto che il tedesco è stato promosso a lingua ufficiale del Cantone Ticino, che si è reso impossibile alla gran parte della popolazione ticinese d’informarsi correttamente e che si è creato un precedente che renderà più difficile per i Ticinesi e i Romandi trovare un posto di lavoro e fare carriera nell’Amministrazione federale.
Ho quindi chiesto al Consiglio di Stato di prendere posizione al riguardo, in modo che le sue osservazioni servano da indicazione per il ricorso che probabilmente seguirà al Tribunale federale.
Documento: Ricorso al Consiglio di Stato del 14 marzo 2016