Martedì 2 febbraio 2016 con un ricorso al Tribunale federale ho chiesto l’annullamento della votazione del 28 febbraio sul raddoppio del Gottardo.
Nel ricorso ho segnalato che, a causa di leggi inflessibili, il Consiglio federale e l’USTRA si sono trovate impedite a dare un’informazione completa e obiettiva. Le autorità non hanno perciò segnalato le importantissime novità e che presumibilmente la galleria esistente potrà essere risanata senza chiuderla per tre anni.
Dovendosi attenere agli argomenti del dibattito in parlamento hanno dato in merito alla sicurezza informazioni fuorvianti, non basate su criteri scientifici.
Sempre a causa di disposizioni dell’Assemblea federale, le autorità hanno omesso di segnalare, come prescrive la legge, che molti cantoni, associazioni e costituzionalisti ritengono la legge anticostituzionale. È come se un revisore scoprisse che i saldi della contabilità non corrispondono ai saldi bancari e non potesse segnalarlo perché il contabile non lo autorizza a farlo.
Le autorità sono poi venute meno all’obbligo di trasparenza, perché hanno fatto credere che le informazioni erano date in ottemperanza all’obbligo di completezza e obiettività, quando invece erano costrette per legge a dare informazioni superate, non scientifiche e che precludevano un controllo di costituzionalità da parte dei cittadini.
Ho poi anche segnalato che la domanda sulla scheda di voto è illecita e fuorviante. Si chiede ai cittadini di votare per il risanamento, ma la modifica di legge non verte sul risanamento, ma sul raddoppio. Approvata la legge, il raddoppio si farà in tutti i casi, anche se il risanamento con chiusura per tre anni non sarà più necessario.
Nonostante il dibattito sul Gottardo sia molto ampio, le autorità hanno compromesso in modo importante la situazione informativa.
Ho anche evidenziato, una questione che mi sta a cuore, ma che non è significativa dal punto di vista giuridico, e cioè che in questa votazione il dibattito si è concentrato su questioni minute e ha dimenticato la prospettiva storica.
I cantoni svizzeri prima e la Svizzera poi, sono riusciti a mantenere la sovranità e la libertà, perché assicuravano la pace sui propri territori e garantivano dei transiti sicuri e aperti a tutti. Durante la seconda guerra mondiale la difesa militare era concentrata attorno al ridotto del Gottardo. I paesi vicini sapevano che il tentativo di metter le mani sulla Svizzera avrebbe comportato il blocco dei transiti.
Con questa votazione, una questione relativa al transito attraverso le Alpi, ritenuta dal popolo svizzero talmente importante da essere inclusa nella Costituzione, sarà sottratta alla competenza dei cantoni, senza interpellarli. In mano ai cantoni, il transito attraverso le Alpi è sempre stato usato come strumento per il mantenimento della sovranità, dell’equilibrio, della coesione e della pace. Il transito nella zona alpina, una volta passato quasi tutto nell’ambito giuridico dei trattati di transito, servito su un piatto d’oro all’Unione Europea, potrebbe diventare merce di scambio, di attriti e di conflitti.
I fatti, gli argomenti e le richieste presentate nel ricorso servono comunque solo da spunto. Il Tribunale federale ha in questi casi le più ampie facoltà conoscitive e di apprezzamento e può adottare le misure più appropriate. Ovviamente decreterà un annullamento della votazione solo se riterrà assolutamente indispensabile farlo.
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