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Gottardo: Ricorso contro norme che impediscono di avere informazioni obiettive

L’altra sera a Massagno, in un dibattito sul raddoppio del Gottardo, ho visto il risultato di una di quelle norme inflessibili fatte per togliere completamente la capacità di giudizio ai funzionari pubblici. Recenti analisi tecniche fatte alla galleria del Gottardo hanno mostrato che, applicando uno strato protettivo sul soffitto della galleria (soletta intermedia), si riesce ad arrestare completamente la corrosione e a evitare di chiudere la galleria per tre anni. L’Assemblea federale ha però deciso che, per risanare la galleria, si deve costruire prima un secondo tunnel e poi abbattere e rifare la soletta di quello esistente. Il 28 febbraio il popolo dovrà votare e l’articolo 10A capoverso 4 della Legge federale sui diritti politici (LDA) obbliga il Consiglio federale e di conseguenza anche i funzionari a sostenere la decisione dell’Assemblea federale. Per legge, i funzionari dell’USTRA, devono mettere nel cassetto l’obiettività e l’attinenza ai fatti e difendere ciecamente la decisione presa dall’Assemblea federale, anche se gli assunti alla base della scelta, nel frattempo, sono cambiati totalmente.

All’USTRA ci sono ingegneri molto capaci, che giornalmente fanno in modo che la circolazione sulle strade svizzere sia il più possibile sicura. L’altra sera ho visto invece il funzionario dell’USTRA, in modo inconsapevole che, per rispettare questa inflessibile norma di legge, era costretto a spegnere in parte il cervello, venire meno alla propria professionalità e usare invece argomenti cinici e perfidi che molto poco si addicono a dei funzionari responsabili per la sicurezza delle autostrade svizzere.  

Nella presentazione al pubblico dell’USTRA non c’è stato nessun accenno al documento che rende completamente superata la decisione dell’Assemblea federale. Se i cittadini sapessero che, con una qualche pennellata di un nuovo materiale, si potrebbe evitare di spendere 3 miliardi e di isolare il Ticino per tre anni, di certo molte persone voterebbero No al raddoppio. Il funzionario si è irrigidito parecchio quando, Jon Pult, presidente dell’Iniziativa delle Alpi, ha citato lo studio. Comunque, anche se l’USTRA avesse dato indicazioni su questo importantissimo nuovo rapporto tecnico, per la maggior parte dei Ticinesi e Romandi, compresi molti funzionari pubblici e giornalisti, sarebbe impossibile capirci perché è disponibile solo in tedesco.

L’articolo 10a capoverso 2 della LDA obbliga il Consiglio federale e amministrazione, in occasione delle votazioni, a dare alla popolazione informazioni obiettive, complete e trasparenti. La presentazione dell’USTRA a cui ho assistito, per motivi appunto che esulano dalla volontà del funzionario incaricato, contravveniva completamente a questi dettami. L’impressione è che il Consiglio federale, la Consigliera federale responsabile del Dipartimento e l’USTRA, per seguire una norma inflessibile e in violazione delle altre norme, stiano dando in modo sistematico ai cittadini e ai media svizzeri informazioni non più attuali, totalmente superate dagli eventi, che impediscono alle persone di formarsi un giudizio corretto della situazione. Tramite un ricorso tempestivo, ho quindi segnalato la questione all’autorità competente, il Consiglio di Stato del Cantone Ticino, e chiesto il suo intervento perché i Consiglieri federali e i funzionari dell’amministrazione, in questa situazione molto particolare, siano liberati dall’obbligo di attenersi a quando deciso dall’Assemblea federale, e possano fornire ai cittadini e media svizzeri un’informazione obiettiva, completa e trasparente.  Ho anche fatto presente che a breve i cittadini riceveranno il materiale di voto e cominceranno a votare, motivo per cui non è più possibile fare arrivare alle persone in tempo utile un’informazione obiettiva. Ho perciò chiesto al Consiglio di Stato di sospendere la votazione.

Ulteriori informazioni sul tema del raddoppio li trovate sul sito www.railvalley.org

Nota: Questa pagina è stata aggiornata il 26 gennaio inserendo il link al documento del ricorso del 26 gennaio 2016.