La crisi finanziaria ed economica sta costringendo diverse nazioni a ricapitalizzare banche e aziende.
Con l’acquisizione delle partecipazioni, per lo stato sorge una situazione di conflitto di interesse fra il ruolo di azionista e quello di legislatore, regolatore, controllore e garante del libero mercato.
Lo Stato, o la persona che ha assunto la responsabilità politica di un investimento, potrebbe volere creare condizioni di favore per le proprie ditte e penalizzare i diretti concorrenti (magari ditte estere).
Per inverso questa situazione potrebbe penalizzare le ditte partecipate in quanto, per evitare sospetti, lo Stato, in quanto azionista, potrebbe non prendere decisioni favorevoli all’azienda.
La Confederazione è l’azionista principale della FFS SA (quota federale 100%), di Skyguide (oltre il 99%), della Swisscom SA (almeno il 50%) nonché unica proprietaria della Posta, che è un ente di diritto pubblico. La Segreteria generale del DATEC assolve i compiti della proprietaria in collaborazione con l’Amministrazione federale delle finanze nel caso della Posta, delle FFS e di Swisscom e con il DDPS nel caso di Skyguide. Per queste mansioni è competente lo Stato maggiore di direzione/Imprese pubbliche e miste della Segreteria generale del DATEC.
Il Dipartimento delle Finanze è diventato competente per l’amministrazione del prestito di Fr. 6 Mia. concesso a UBS e anche delle azioni nel caso di conversione.
Una situazione di palese conflitto di interesse, giuridico e morale, si era evidenziata al momento del fallimento di Swissair. A quel tempo la Confederazione era rappresentata nel consiglio amministrazione di Swissair pur essendo azionista con circa il 2%. Dopo il crack Swissair l’organizzazione delle partecipazioni statali è stata riveduta. La responsabilità della gestione delle partecipazioni, pur rimanendo nell’ambito dei dipartimenti, è stata affidata a persone senza compiti operativi.
Le segreterie dei Dipartimenti cercano di tenere un’equidistanza, ma evidentemente esiste comunque un importante coinvolgimento. I problemi, per i funzionari e i capi dipartimento, si pongono sia quando devono prendere decisioni di carattere generale, sia quando devono cercare di amministrare al meglio la partecipazione nelle aziende.
La situazione non appare delle migliori se si pensa alla delicatezza del caso UBS sia per le questioni finanziarie che per i risvolti politici, giuridici e morali (segreto bancario, rapporti con altri Stati).
La crisi economica è appena agli inizi ed è possibile che la Confederazione si trovi costretta a intervenire a salvare altre società o settori economici. La struttura attuale mette a rischio sia il lavoro dei dipartimenti che la gestione delle società partecipate. Se si vuole essere preparati al meglio per affrontare la crisi è indispensabile che la Confederazione crei un’organizzazione per la gestione delle partecipazioni, più flessibile e meglio attrezzata.
Si potrebbe creare un ufficio per la gestione delle partecipazioni statali, completamente autonomo dai dipartimenti. Quest’ufficio avrebbe il compito di gestire e amministrare al meglio le partecipazioni statali, presenziare alle assemblee e tenere contatti con altri azionisti e finanziatori. L’ufficio dovrebbe pure elaborare le linee strategiche, indicare i nomi dei consiglieri di amministrazione da sottoporre al Consiglio federale per l’approvazione e la nomina.
Si può ipotizzare che il direttore dell’ufficio sia nominato direttamente dall’Assemblea federale, con facoltà di partecipare, senza diritto di voto, alle discussioni del Consiglio federale, sui temi specifici della gestione delle partecipazioni.
Domenico Zucchetti
2 marzo 2009